Cozy Fantasy: un rifugio magico nella letteratura

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Tra le mille sfumature del fantasy ce n’è per tutti i gusti: epiche battaglie, atmosfere cupe e misteriose, incontri ravvicinati con vampiri e licantropi, rompicapi politici e intrighi di potere. Ai margini di queste storie al cardiopalma esiste, però, uno spazio particolare, appena intuibile nei romanzi fantasy come la pausa tra una fuga e un inseguimento, il riposo che guarisce il guerriero ferito, l’allegra serata in taverna.

Qui, il ritmo si fa lento, la narrazione intima e l’avventura diventa introspezione: abbiamo fatto il nostro ingresso nel reame del cozy fantasy, un genere codificato come sottogenere del fantasy solo in tempi recenti, ma con una salda tradizione fuori dall’Europa nella letteratura non-mimetica e in media inaspettati.

Prima di entrare nel vivo del tema, dobbiamo però fermarci e fare un po’ di chiarezza – perché l’arrivo del cozy fantasy sui nostri lidi non è stato esente da polemiche.

Introduzione al fantasy cozy

La critica che viene mossa alle opere appartenenti a questo sottogenere è per certi versi molto simile a quella mossa a tutto il fantasy: le opere Cozy sarebbero escapiste e infantili, i problemi semplificati per non turbare l’esperienza di lettura. J.R.R. Tolkien ha risposto diffusamente alle critiche rivolte al fantasy tout-court, ma forse per il fantasy cozy è necessario fare una disanima ulteriore, perché lo snobismo per storie dai toni più leggeri accompagna purtroppo anche tanti lettori e lettrici appassionati di fantasy.

Perciò è bene sottolineare che l’assenza di situazioni traumatiche (vera cifra del Cozy Fantasy) non implica una povertà di contenuti: non è sintomo di superficialità concentrare l’attenzione sugli aspetti positivi dell’esistenza.

Con buona pace di Tolstoj e del suo celebre incipit, non è vero che tutte le famiglie felici sono uguali, né è vero (inquietante sottotesto di quella stessa frase) che la felicità sia meno interessante da raccontare rispetto all’infelicità.

Tuttavia, della seconda abbiamo storicamente avuto molta più rappresentazione che della prima: i romanzi fantasy sono pieni di trigger (scene o avvenimenti che scatenano reazioni negative in chi le legge, accendendo l’istinto alla fuga), mentre sono in pochi anche solo a sapere dell’esistenza dei glimmer (scene o avvenimenti associati a esperienze positive, che hanno effetto calmante sul sistema nervoso).

La vita reale li comprende entrambi, quindi perché la nostra libreria dovrebbe essere così tragicamente parziale?

Gli albori del Cozy Fantasy: il Giappone e gli Iyashikei

Per comprendere a fondo questo sottogenere dobbiamo attraversare il mondo e approdare in Giappone. Proprio nel Paese del Sol Levante nasce infatti il genere “Iyashikei“.

Tradotto letteralmente, il termine Iyashikei significa “guarigione”: le opere che vi fanno riferimento sono create per offrire pace e ristoro all’anima. Dal momento che in queste storie la presenza di un elemento soprannaturale o magico non è un requisito, non possiamo considerare lo Iyashikei un sottogenere del fantasy.

Tuttavia, è innegabile che nella letteratura dell’Estremo Oriente i confini tra la narrativa realistica e quella fantastica siano molto più porosi: poesia e metafore sono spesso oggettivate, dando vita a un substrato spirituale e fantastico che interagisce naturalmente con il quotidiano. Una naturalezza che fa sì che romanzi con evidenti elementi fantastici siano stati presentati al lettorato italiano come opere di narrativa non di genere (e quindi libere dal fastidioso stigma che accompagna la letteratura fantastica).

Pensiamo, ad esempio, a “L’emporio dei piccoli miracoli” di K. Higashino (una storia con portali e viaggi nel tempo), “Un’estate con la strega dell’Ovest” di K. Nashiki, “Finché non aprirai quel libro” di M. Aoyama.

Tutti questi romanzi sono focalizzati sul percorso di guarigione di un individuo, attraverso l’incontro con un’alterità rappresentata talvolta da persone appartenenti ad altri nuclei sociali (gli stravaganti, coloro che vivono ai margini), talvolta da creature svincolate dalle maglie del reale (animali, spiriti, luoghi o oggetti senzienti).

Nel contesto di stress autodistruttivo della società capitalista giapponese, le storie Iyashikei offrono possibilità alternative di cura; luoghi dove i problemi appaiono risolvibili e la bellezza della vita viene esplorata in maniera sottile e poetica.

Dai manga alla letteratura occidentale

Non è occorso molto tempo perché lo Iyashikei diventasse una vera e propria estetica. A questo ha senz’altro contribuito la popolarizzazione delle opere di Miyazaki, che con i suoi film di animazione ha sia saldato lo Iyashikei al genere fantastico, sia creato il suo immaginario visivo.

Nella poetica di Miyazaki, l’irruzione della magia nel quotidiano è assimilativa: lo straordinario viene accettato con gioiosa meraviglia (“Ponyo sulla scogliera”) e viene assimilato dal reale diventandone una nuova sfaccettatura (“Kiki consegne a domicilio”). In questo lo Iyashikei di Miyazaki non si discosta dal realismo magico: l’elemento fantastico è accolto con naturalezza e messo al servizio di una comprensione più profonda del mondo.

Dalla magia del quotidiano al fantasy vero e proprio, il passo è breve: lo Iyashikei si trasforma quindi nel nostro cozy e spopola nel mercato asiatico tra manga (“My new life as a cat” di K. Wagata, “The invisible man & his soon-to-be wife” di Iwatobineko, “The Savior’s Book Café Story in Another World” di K. Izumi, Oumiya e R. Sakurada) e light novel (“Isekai izakaya Nobu” di N. Semikawa e Kururi).

È ormai solo questione di tempo perché anche l’Occidente inizi a percepire il fascino di queste narrazioni. Spesso, però, scorporandone le due facce: da una parte l’estetica “cozy” (il cottagecore, spazi naturali sereni e familiari, piaceri semplici di condivisione e comunità), dall’altra l’elemento di “guarigione” che era tema cardine dello Iyashikei.

Quest’ultimo trova terreno fertile soprattutto nella letteratura young adult, in particolare nei romanzi Queer Fantasy (“La casa sul mare celeste” di TJ Klune) non è certo un caso se questi testi vengono spesso descritti da chi li legge come “coccole”!

Finalmente, a portare tutti gli elementi del cozy fantasy asiatico in Occidente è un romanzo inizialmente autopubblicato sul web, presto diventato virale su Instagram e TikTok: “Legends & Lattes: A Novel of High Fantasy and Low Stakes” di T. Baldress, poi pubblicato da Tor Books e in arrivo in Italia per Oscar Vault.

Caratteristiche e schemi ricorrenti del fantasy cozy oggi

Beh, ma come si riconosce un’opera appartenente a questo sottogenere?

Alcune delle sue caratteristiche principali sono ambienti tranquilli, spesso rurali o comunque lontani dal trambusto cittadino; e una trama che pone l’accento sulla crescita personale, sull’amicizia e sulla bellezza delle piccole cose.

Il focus della narrazione è sui personaggi e le relazioni che intrecciano, con un conflitto narrativo di natura non violenta, spesso introspettivo o romantico. Perciò gli antagonismi, se presenti, sono risolti con il dialogo e la comprensione reciproca, piuttosto che attraverso epiche battaglie.

La leggerezza dei toni non preclude la trattazione di temi profondi come l’identità di genere, l’orientamento sessuale, la ricerca di una famiglia o del proprio posto nel mondo, la felicità, il raggiungimento del successo personale.

Conclusione e prospettive future

In un mondo sempre più frenetico, in cui violenza e discriminazioni sono all’ordine del giorno, c’è un desiderio crescente di storie che offrano rifugio e conforto. Il fantasy cozy sembra rispondere proprio a questo richiamo, promettendo al proprio lettorato un angolo di pace e introspezione in una quotidianità caotica.

I precedenti letterari e la crescente popolarità di questo sottogenere sfidano i pregiudizi che identificano nella leggerezza un sinonimo di superficialità: il cozy comincia ad attrarre anche penne affermate (es. Brendon Sanderson) e a svelare il suo potenziale ibridandosi con altri generi (romance, avventura, mystery…).

Ed è solo l’inizio: non vediamo l’ora di scoprire in quali modi tortuosi e inaspettati il cozy fantasy proseguirà la propria corsa!

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Gloria & Sephira (Moedisia)
Gloria & Sephira (Moedisia)
Classe 1990, Gloria Bernareggi e Sephira Riva sono un duo artistico da molti anni. Insieme gestiscono il blog Moedisia.eu, in cui si occupano di critica letteraria, narrativa inclusiva e fantastico. Nel loro manifesto Intersec Fantasy, si sono fatte promotrici del genere Fantasy Intersezionale, movimento per una scrittura critica, attenta e consapevole alla pluralità nella narrativa fantastica. Hanno pubblicato diversi saggi raccolti nella collana “Guida al fantasy” (Delos Digital), alcuni racconti di genere tra cui “Le comari” pubblicato nell’antologia “Oltre la soglia. Racconti fantastici e speculativi su buon vicinato e prossimità” (Watson Edizioni) e la novella “Creature dell’assenza” per Eris Edizioni.

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