Tutto quello che devi sapere sull’editoria a pagamento con Linda Rando

editoria a pagamento
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Quando abbiamo iniziato ad assemblare i primi mattoncini della nostra casa editrice, abbiamo deciso fin da subito che non ci saremmo limitati a fare della sana editoria e a cercare di rivoluzionare il fantastico italiano, ma che avremmo fatto anche tanta informazione. Parlare in modo semplice e trasparente del mercato editoriale e dei suoi meccanismi crediamo sia imprescindibile per cambiarlo. Agli scrittori, ma anche ai lettori, serve una maggiore consapevolezza dei problemi e delle dinamiche che rovinano questo settore.

Molte cose, all’interno del mercato editoriale, non funzionano, non funzionano affatto, e molte altre non si conoscono o risultano confuse, annebbiate. Uno dei sintomi più evidenti della mala-editoria è la proliferazione dell’editoria a pagamento e della convinzione che per pubblicare sia necessario pagare. Oggi, sono ancora tantissimi gli scrittori che ne sono convinti. Da quando abbiamo aperto, ci è stato chiesto spesso: “Ma quanto costa pubblicare con noi?”.

Per fortuna, la maggior parte delle volte che ci hanno posto la domanda eravamo seduti, ma non ha fatto meno male. Pubblicare con noi, non costa. Ma non solo con noi. Pubblicare con una casa editrice non costa mai. Quello che fa un editore è credere nella storia dell’autore, nella forza delle sue parole e nella bellezza del viaggio che ha raccontato. Ci crede tanto da investirci.

C’è qualcuno, in Italia, che si sta battendo da ben prima di noi per raccontarlo. Linda Rando, e tutto lo staff di Ultima Pagina, è una delle più strenue (ma anche gentili, disponibili e simpatiche) alleate della sana editoria, una voce forte e trasparente che da anni si batte contro l’EAP. Ecco perché abbiamo deciso di chiedere proprio a lei come funziona questo mondo e di svelarne i retroscena.

  • Che cos’è l’editoria a pagamento?

Potrei scrivere dodici pagine di risposta! Risposta che, tra l’altro, può sembrare semplice, ma non lo è: è editoria a pagamento ogni forma di pubblicazione tramite casa editrice che preveda un contributo da parte dell’autore da corrispondere all’editore.

Non importa quale sia il fine del contributo stesso, o in che voce sia nel contratto: non è necessario che sia un contributo “a vuoto”, come lo può essere quello per le spese di stampa; è EAP pagare l’editore per: acquistare copie, promuovere il proprio libro, per organizzare le presentazioni, per l’editing, per la copertina, per l’impaginazione, per qualsiasi cosa, sostanzialmente. Ogni volta che, per contratto, l’autore deve pagare la casa editrice, siamo di fronte a un caso di editoria a pagamento.

  • Quali tipi di EAP esistono?

Quando ho iniziato a interessarmi dell’argomento, ormai ben quindici anni fa, era estremamente semplice: c’era chi chiedeva contributi sempre, chi li chiedeva ogni tanto, chi non li chiedeva mai.

Adesso ci sono forme variegate e a volte molto subdole di EAP: dai preorder obbligatori (con magari una penale in caso non si raggiunga la quota minima) al pagamento per “servizi aggiuntivi” (che in realtà sono servizi BASILARI per qualsiasi editore, come editing e copertina definiti “professionali” quando vengono fatti pagare…), ci sono davvero tante, tante, tante possibilità.

La più particolare, forse, l’ho vista in un editore che, al di sotto di una soglia di copie preordinate, addebita all’autore la spedizione (al lettore) del libro. Incluse le buste. Questo caso mi ha lasciata veramente senza parole…

  • Può essere un’opzione valida per uno scrittore?

Pagare per pubblicare? No, mai.

È inutile, nel migliore dei casi, perché nel 99% dei casi non si arriva da nessuna parte; è dannoso, in molti casi, perché è vero che fa curriculum… Ma in negativo. Ci sono case editrici che rifiutano di prendere in considerazione autori che hanno pagato, in passato, per pubblicare – atteggiamento che personalmente trovo sbagliato, una persona non può essere marchiata per sempre per un errore (o magari per una scelta consapevolissima: c’è chi ha ben chiaro cosa sia l’EAP e la sceglie ugualmente, per le più disparate ragioni).

Personalmente non giudico nessuno; mi dispiace solo che ci siano tante persone convinte che pagare sia l’unico modo per arrivare alla pubblicazione quando, invece, è solo una delle tante opzioni e di sicuro la più svantaggiosa.

  • Quale pensi sia il rapporto fra EAP e vanity press?

Penso siano sinonimi. La stragrande maggioranza delle pubblicazioni a pagamento avviene perché le persone hanno fretta, non vogliono aspettare mesi per le risposte dalle CE free (o dalle agenzie letterarie), perché non vedono l’ora di vedere un rettangolo di carta con sopra il loro nome e il titolo che hanno scelto per il loro libro.

Non c’è niente di magico, in questo. Immagino che chi legge questa rivista, bene o male, abbia già una conoscenza del settore, quindi è un po’ come predicare ai convertiti… Però lo stesso risultato lo si ha andando in copisteria, se si vuole realizzare un proprio desiderio. O autopubblicandosi su Amazon, se è per questo.

  • Qual è la tua esperienza con editori a pagamento?

Innanzitutto ci tengo a sottolineare una cosa: io non scrivo. Ho smesso di scrivere intorno ai 18 anni, non ho mai nemmeno TERMINATO un manoscritto, figuriamoci inviarlo a qualche editore. Come dicevo, ho iniziato a occuparmi degli EAP quindici anni fa, quando non ne parlava quasi nessuno. Ho scoperchiato il vaso di Pandora, in sostanza: facendo pubblicamente nomi e cognomi, cosa che all’epoca veniva fatta giusto per uno o due grandi EAP, ho fatto incazzare un bel po’ di editori a cui proprio non andava giù essere definiti in pubblico “a pagamento”. Ho quindi collezionato diffide, minacce, insulti, campagne diffamatorie con tanto di reti di blog creati da utenti fake che mi diffamavano pesantemente. La cosa è andata avanti per anni, dal 2008 – quando ho iniziato – fino a poco prima di vendere Writer’s Dream alla società che possiede Youcanprint, Borè srl.

Ci fu un episodio particolarmente interessante nel 2010: l’editore palermitano (free, che ora non esiste più) Zero91 organizzò una tavola rotonda al Salone del libro di Torino, intitolata “Quando i sogni hanno un prezzo”. Invitò come relatori me, Andrea Malabaila di Las Vegas Edizioni (altra CE free, torinese), la giornalista Silvia Ognibene e l’allora direttrice editoriale del più grande gruppo editoriale a pagamento italiano.

Caso volle che, poco tempo prima, avessi deciso di condurre un esperimento: confezionai un manoscritto tarocco (che si può scaricare all’indirizzo www.ultimapagina.net/manoscrittotarocco.pdf, per l’appunto!) assemblando pagine di Wikipedia – con tanto di link in blu nel testo – stralci di articoli presi dalla rete, pezzi di racconti scritti a 16 anni e altra porcheria del genere. Tra l’altro solo una parte del manoscritto è “unica”: dopo il primo blocco originale si passa a copia-incolla di quelle stesse parti fino alla fine del testo. Lo mandai a un bel gruppetto di editori a pagamento e, sorpresa! La stragrande maggioranza accettò di pubblicarlo. Purtroppo le email sono andate perse, ma ricordo bene la lettera cartacea che giunse dal Gruppo sopracitato: arrivò un paio di giorni prima dell’evento al Salone.

Era un’ottima offerta, chiedevano appena 2900€ per la pubblicazione!

Alla tavola rotonda, la giornalista Silvia Ognibene (che aveva già condotto esperimenti simili, ma usando poesie e testi di canzoni famose); la direttrice editoriale del Gruppo EAP si aspettava qualcosa di quel genere, probabilmente, quando le venne chiesto se la loro CE facesse selezione. Ci sono i video su YouTube, vi consiglio di recuperarveli anche solo per vedere l’espressione, fino a quel momento allegra e imperturbabile della direttrice, spegnersi e il tono entusiasta calare di diversi toni quando ho tirato fuori il contratto.

  • Come si può riuscire a evitarli?

Evitare di mandare manoscritti a case editrici che sponsorizzano gli invii è una buona regola di base: nessun editore ha bisogno di sollecitare gli invii di manoscritti, ne arrivano persino a me che sono tutt’altro che una casa editrice.

In ogni caso, quando arriva una proposta da un EAP è inconfondibile, perché è accompagnata, per forza di cose, da una richiesta di denaro. Dunque basta non pagare!

  • Come si potrebbe debellare l’editoria a pagamento?

Non credo sia possibile debellarla. Sicuramente sarebbe molto bello e molto utile se l’AIE prendesse una posizione in merito all’editoria a pagamento; nel 2014 l’allora presidente Marco Polillo si espresse contro l’EAP, ma non fu fatto nulla a livello pratico.

Sarebbe auspicabile anche che gli editori a pagamento non fossero ammessi alle fiere di settore, men che meno al Salone del Libro di Torino, ma oggettivamente portano introiti consistenti alle fiere, e farne a meno non sarebbe affatto semplice. Inoltre, sono convinta che molti escogiterebbero nuovi modi, più sottili e meno riconoscibili della richiesta esplicita da contratto, per poter continuare a chiedere contributi.

  • Ci vuoi raccontare cos’è Ultima Pagina?

Un progetto che è nato già nel 2016, in realtà, fondato con le mie due migliori amiche Federica Viola ed Elisa Taiana, la prima editor e insegnante, la seconda graphic designer e grafica editoriale. L’obiettivo era – ed è – quello di creare un luogo di confronto tra tutte le figure del settore editoriale: scrittori, lettori, editori, professionisti, agenti letterari. Finora ci sta riuscendo piuttosto bene, devo dire! Il nostro scopo è fare formazione, diffondere consapevolezza e cultura in relazione al mondo dell’editoria. Non a caso il nostro payoff è “la tua bussola editoriale”: vogliamo essere una guida, un punto di riferimento.

Ci sono stati diversi problemi nella vita di tutte e tre – e mia, soprattutto – che per diversi anni ci hanno portato a false partenze, ma stavolta siamo partite sul serio.

  • Come funziona il catalogo degli editori?

È un’evoluzione di quello che avevo introdotto in Writer’s Dream: di base è suddiviso in tre categorie, una per gli editori free, una per quelli ibridi  (che a volte chiedono contributi e altre no, sostanzialmente) e una per quelle a pagamento. Abbiamo creato due spin-off della lista free: una è la lista dedicata alle traduzioni – che include quindi tutte le CE che si occupano solo di tradurre libri dall’estero – e l’altra è la lista gold.

È l’unica ad avere un valore qualitativo: qui gli editori vengono inseriti nella lista gold esclusivamente su indicazione dello staff di Ultima Pagina (non serve che dica che è un giudizio insindacabile, giusto?) perché, a nostro parere, si distinguono per elevati standard qualitativi sia a livello di testi pubblicati, sia per qualità fisica dei libri, sia per impegno nella promozione e nella correttezza contrattuale.

  • Le informazioni riportate vengono controllate?

Sì, ed è per quello che è un lavoraccio! Quando si tratta di opinioni positive ci “preoccupiamo” di meno, mentre in caso di esperienze negative scattiamo sull’attenti e cerchiamo un riscontro presso altri autori e presso la CE stessa – che a volte risponde ancora, inutilmente, minacciando azioni legali… Vorrei solo ricordare che sono stata querelata una sola volta per diffamazione a causa di un evento simile (e per frasi scritte da terzi, non da me!); il processo è durato 7 anni, siamo arrivati alla Cassazione e al secondo appello sono stata assolta definitivamente. Se non mi sono fatta intimidire a 20 anni qualcuno pensa davvero che possa succedere una volta superati i 30 – e un processo penale?

In sostanza, comunque, ci preme moltissimo verificare la correttezza delle informazioni, e non solo per evitarci cause legali: il nostro obiettivo è informare, non disinformare, saremmo folli a non controllare nel miglior modo possibile!

 

Ringraziamo con tutto il cuore la gentilissima Linda Rando per essersi resa disponibile a parlare con noi di editoria a pagamento e di tutto quello che questa etichetta nasconde. Speriamo che questa intervista aiuti tanti scrittori emergenti a fare chiarezza su cos’è l’EAP e, soprattutto, sulle tante ragioni per tenersene a distanza!

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Alvise Canal
Alvise Canal
Alvise nasce come instancabile sognatore e scrittore notturno. Dopo una proficua carriera nel web marketing, avvia la casa editrice Lumien, all'interno della quale lavora come editore.

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