I sistemi magici meglio riusciti in manga e anime

Sistemi magici manca e anime
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Sistemi magici manca e anime

Questo è un articolo atipico, che difficilmente troverai da altre parti. L’intenzione è quella di studiare i sistemi magici che compaiono in manga e anime famosi per poterne trarre spunto. Capita, infatti, di focalizzarsi solo sui sistemi di magia narrati nei libri fantasy classici, dimenticandoci di altri medium che hanno molto da insegnare.

Nell’universo fumettistico giapponese, tra l’altro, il fantasy riveste un ruolo importante.

Quasi tutti i manga shonen (destinati ad un pubblico adolescenziale) e molti kodomo (destinati ai bambini) sono contraddistinti da elementi fantastici, spesso riconducibili a poteri magici/soprannaturali. Oltre a questi esiste addirittura un genere specifico, il mahō shōjo (noto anche come majokko), che unisce il fantastico (fantasy o fantascienza) a temi romantici e sentimentali caratteristici dello shojo (genere per ragazze).

Libri fantastici lumien

Per questo abbiamo voluto riportarti i nostri sistemi preferiti di hard magic, ovvero sistemi magici regolati da un insieme di regole e principi ben definiti, comparsi nei manga. Speriamo possano esserti utili!

5. La magia in Fairy Tail

Fra i manga fantasy più famosi figura senza dubbio Fairy Tail, shonen scritto da Hiro Mashima incentrato sui combattimenti fra gilde di Maghi. La serie ricalca tantissimi degli elementi della narrativa fantastica, sia occidentale che orientale, e vede proprio nella magia, e nelle sue declinazioni, le ragioni del suo successo, nonché l’elemento cardine intorno al quale gira la trama.

Il sistema magico è appunto quello della magia (magic in inglese, maho in giapponese), una forza soprannaturale di uso comune che oltre ad essere utilizzata può addirittura essere venduta e acquistata. Questa viene usate sia come forma d’arte che nei combattimenti. La magia nasce come incarnazione fisica dello spirito e si verifica quando un uomo si connette al flusso spirituale della natura.

Non tutti nell’universo di Fairy Tail sono in grado di utilizzare la magia, ma soltanto il 10% della popolazione è dotato di concentrazione e abilità mentali sufficienti per farlo. Anche i sentimenti, come i lettori hanno modo di capire leggendo l’opera, rivestono un ruolo fondamentale nella manifestazione della magia.

Come funziona

Per utilizzare la magia bisogna attingere all’Ethernano, la fonte del potere magico. Ogni mago, infatti, ha all’interno di sé un “contenitore” che gli permette di immagazzinare una quantità specifica di ethernano. Qualora la riserva magica si estinguesse, l’ethernano verrebbe assorbito dall’atmosfera e lentamente ripristinerebbe le riserve di potere magico. Questo è reso possibile attraverso un organo del corpo che assorbe e raggruppa le particelle magiche. Vi è poi la Seconda Origine, un ulteriore spazio nel quale è contenuta una grande quantità di potere magico dormiente, la quale può essere risvegliata.

Questa assume forme e poteri diversissimi in base al suo utilizzatore. Oltre ad essere usata per scopi di offesa, difesa, supporto e guarigione, può anche essere immagazzinata in armi o in oggetti, come le Lacrime, che possono a loro volta alimentare altri oggetti. Attraverso una specifica magia, Arco del Tempo: Terza Origine, è inoltre possibile acquisire tutta la forza magica che si otterrebbe in futuro. Quando questa viene consumata, il mago non è più in grado di utilizzare i propri poteri.

La magia può anche essere trasferita da alcuni maghi particolarmente potenti. Questo, però, è un fenomeno rarissimo.

Classificazioni

Gli utilizzatori di magia si dividono in:

  • incantatori (caster), ovvero maghi che espellono la magia dal proprio corpo;
  • possessori (holder), ovvero maghi che utilizzare fonti esterne per produrre magia.

Oltre alle magie più ordinarie, nel fumetto sono presenti anche forme di magia arcane, come le Arti Oscure o il Lost Magic. Vi sono poi i Dragon Slayer, i quali sono in grado di utilizzare la magia del dragon slayer, antica abilità ceduta dagli uomini dal drago Belserion, la quale gli permette di ottenere i poteri di un drago. Possono inoltre trasformarsi per assumere la modalità Dragon Force, che aumenta in modo esponenziale il loro potere e li rende fisicamente più simili a un drago.

Manifestazioni

Il potere magico viene proiettato attraverso i Sigilli Magici, i quali si formano durante l’evocazione dell’incantesimo. Questi rappresentano la manifestazione visibile dell’ethernano. Il sistema magico è estremamente versatile e permette di: dominare tutti gli elementi, trasformare parti del proprio corpo, evocare creature fantastiche da altri mondi, modificare l’ambiente, prendere il possesso di oggetti e animali, modificare la percezione del tempo, curare e un’altra infinità di applicazioni.

Critiche

Per quanto visivamente spettacolare, il sistema magico di Fairy Tail presenta alcune falle. Come puoi immaginare, il problema di creare una così grande varietà di poteri è poi la gestione delle loro interazioni, nonché i livelli di poteri e la gestione delle regole che determinano ogni singola magia, la quale potrebbe andare in conflitto con altre.

Le problematiche relative al sistema di magia del manga di Mashima sono essenzialmente due:

  • I power-up ingiustificati e la comparsa di magia sempre nuove e più potenti che esulano dalle regole del sistema;
  • La componente sentimentale/emotiva che influenza il potere magico.

La prima critica si riferisce all’aumento dei poteri, spesso dei protagonisti, i quali non sono giustificati da un precedente studio o allenamento. Nel corso della serie vi sono poi numerosi maghi che sono in grado di utilizzare magie proibite o perse che esulano dalle regole del sistema magico.

L’altra critica è particolarmente frequente nella narrativa giapponese a fumetti e riguarda l’aumento dei poteri magici in base alle emozioni provate. Di per sé non è un elemento negativo, ma lo diventa quando un personaggio acquisisce poteri incredibile per “la forza dell’amicizia” o per giustificare buchi di trama o la presenza di avversari troppo forti. Questo non è narrativamente giustificabile, perché renderebbe facilmente incongruente e inconsistente il sistema magico.

Sicuramente, però, si può prendere spunto da Fairy Tail per la varietà dei poteri, la gestione di elementi e armi magiche e la presenza delle gilde dei maghi.

4. Frutti del Diavolo e Haki in One Piece

Il sistema magico di One Piece, ad essere sinceri, non dovrebbe affatto comparire fra i migliori. Per quanto il manga sia un capolavoro dal punto di vista della narrazione, nonché della gestione di un cast corale riccamente caratterizzato, è pur vero che il sistema di poteri lascia, a volte, un po’ a desiderare.

Perché, allora, lo abbiamo inserito?

Perché è un esempio interessante di come poter creare un mondo contraddistinto da ben due diversi sistemi magici che coesistono e che, spesso, si contaminano a vicenda per creare magie/poteri ancora più forti.

Frutti del diavolo

Da una parte abbiamo i Frutti del Diavolo, frutti in grado di donare al proprietario dei poteri unici. Questi sono contraddistinti da categorie diverse:

  • Paramisha: permettono di acquisire poteri incredibili, di modificare il proprio corpo o l’ambiente, di creare o controllare sostanze e via discorrendo.
  • Zoo Zoo: rendono in grado di trasformare in animali e creature fantastiche, acquisendone le abilità.
  • Rogia: permettono di trasformarsi in un elemento (magna, ghiaccio, fumo ecc..).

Il funzionamento dei frutti è contraddistinto da una serie di regole ferree. Chi mangia un frutto smette di essere in grado di nuotare ed è indebolito dal contatto con l’acqua o con l’agalmatolite e chi prova a mangiarne un secondo muore. Sono anche definite varie regole legate all’interazione dei frutti. Alcuni, ad esempio, sono più forti di altri. Il paramisha del magma è più forte di quello del fuoco; il paramisha del ghiaccio è più forte di quello della neve.

I poteri dei frutti possono poi raggiungere il livello noto come “Rilascio”, grazia al quale il possessore può ampliare il proprio potere in modi ancora più straordinari.

Oda ha inoltre definito l’intero ciclo di vita di un frutto del diavolo, dalla sua assimilazione fino alla rinascita conseguente alla morte del portatore.

Ambizione

Esiste poi l’haki, un sistema magico parallelo che in parte ricorda il Ki.

L’Ambizione è una forza intrinseca in ogni uomo ma solo alcuni ne sviluppano appieno le potenzialità. Due tipi di haki sono acquisibili attraverso l’allenamento, ovvero l’haki della percezione, che permette di percepire l’ambiente circostanze e acquisire capacità precognitive del futuro immediato, e l’haki dell’armatura, che permette di trasformare la propria forza spirituale in un’armatura per potenziare il proprio corpo.

Un terzo tipo, l’Ambizione del re conquistatore, è invece posseduto da una sola persona su un milione e permette di spaventare o causare lo svenimento di persone più deboli dell’utilizzatore.

L’haki ha un funzionamento molto più intuitivo e i suoi poteri dipendono in prevalenza dall’allenamento, il quale è in grado di migliorare l’efficacia e la forza dell’Ambizione.

Molto interessante è l’interazione fra frutti e haki, anch’essa regolata in un sistema magico preciso.

L’Ambizione dell’Armatura, infatti, permette di colpire gli utilizzatori di frutti Rogia, annullandone l’intangibilità, e di proteggersi dagli stessi. Permette anche di infliggere danni e ferite a utilizzatori di Paramisha in grado di trasformare il proprio corpo.

Critiche

Il difetto più grande nel sistema magico di One Piece è legato alla grande disparità di alcuni dei poteri acquisibili dai Frutti del Diavolo. Alcuni di questi permettono infatti di ottenere poteri che, se gestiti correttamente, renderebbero insostenibile la trama, perché eccessivamente potenti.

Ci sarebbe molto atro da raccontare sul word building e la gestione del magico in One Piece. Eichiro Oda ha creato un’opera monumentale strutturata in ogni dettaglio e la magia emerge con grande frequenza. Ci sono gli uomini-pesce, i lumacofoni, i Re del Mare, gli Shandia e tante tante isole le cui leggi fisiche sono state sostituite da quelle magiche.

Questa è un’opera da leggere e sulla quale studiare, perché si può apprendere tanto in termini di creazione di una storia e di un mondo complesso e ben regolato.

3. Il Chakra in Naruto

Capita spesso che la narrativa fantastica prenda spunto e rielabori storie e leggende antiche, che siano religioni o miti regionali tramandati. Masashi Kishimoto, autore del manga Naruto, ha basato il sistema magico del noto shonen sul chakra, potere di chiara derivazione yogica, dove il termine si riferisce ai punti di intersezione tra i canali energetici del nostro corpo dove si blocca l’energia, la quale, per uscire, necessita dell’apertura dei chakra.

Nel manga, il chakra rappresenta la forza vitale di ogni persona ed è incanalato all’interno del corpo in un sistema circolatorio in grado di raggiungere ogni cellula. Questo sistema è dotato di 361 buchetti noti come fori del chakra, o punti di fuga/rilascio, da cui esce il chakra necessario a utilizzare le tecniche ninja, ovvero gli incantesimi. Chi finisce la propria riserva di chakra finisce la propria forza vitale, e muore.

Come funziona

Il chakra si produce combinando l’energia fisica, la quale viene prodotta del corpo, e l’energia spirituale, prodotta dall’allenamento e dall’esperienza. I livelli di chakra, ovvero il quantitativo di energia utilizzabile, può essere incrementato attraverso lo studio, l’allenamento fisico e l’assunzione di farmaci, per quanto sia in larga parte prestabilito alla nascita. Questo significa che vi sono persone che hanno livelli di chakra più alti di altre per questioni puramente genetiche.

Kishimoto ha descritto le regole del chakra in modo dettagliato, creandone una classificazione specifica governata da leggi e descrivendone il funzionamento. Per controllare il proprio potere è necessario usare il controllo del chakra, un’abilità che permette di aumentare l’efficienza del chakra e di utilizzarne di meno per le abilità ninja.

Il chakra può essere manipolato in due modi:

  • tramite alterazione della forma
  • tramite alterazione delle proprietà

Il chakra ha cinque nature elementari, ovvero:

  • Fuoco, forte contro il vento ma debole contro l’acqua.
  • Vento, forte contro il fulmine ma debole contro il fuoco.
  • Fulmine, forte contro la Terra ma debole contro il Vento.
  • Terra, forte contro l’acqua ma debole contro il fulmine.
  • Acqua, forte contro il fuoco ma debole contro la terra.

Questi chakra elementari possono poi essere combinati per creare abilità innate, come l’arte del ghiaccio, del legno, della fusione, della tempesta e molti altri.

Le tecniche ninja si dividono invece in:

  • arti magiche, o ninjutsu, le quali permettono all’utilizzatore di creare veri e propri incantesimi, come lanciare palle di fuoco, evocare draghi d’acqua o innalzare muri di terra.
  • arti illusorie, o genjutsu, ovvero tecniche che influenzano il sistema nervoso attraverso la manipolazione del chakra, creando illusioni
  • arti marziali, o taijutsu, che potenziano le tecniche di combattimento corpo a corpo. Le arti marziali possono essere utilizzate anche senza ricorrere al chakra

Caratteristiche particolari

Ogni individuo è dotato di un chakra particolare, il quale può presentare caratteristiche molto differenti da quello di altri. Queste differenze sono genetiche e si individuano nei clan, gruppi di persone che condividono un particolare tipo di chakra, e abilità innate, persone che nascono con poteri fuori dal normale.

Fra i clan, quelli più interessanti risultano quelli con le abilità oculari, ovvero potenti tecniche innate tramandate geneticamente e strettamente legate alla vista, come lo Sharingan, il Rinnegan e il Byakugan. Tutte queste, per quanto strettamente correlate al chakra, non rientrano nella classificazione principale del sistema magico. Il Byakugan, ad esempio, è un potere oculare che permette di vedere il flusso del chakra all’interno di un avversario e di bloccarne i punti di fuga, in modo tale da inibire l’utilizzo delle arti magiche. I possessori del Rinnegan, invece, possono facilmente padroneggiare qualsiasi tecnica e tutte e cinque le alterazioni delle proprietà.

Critiche

Come in altri manga, abbiamo visto che in Naruto si uniscono in realtà sistemi magici differenti (oltre al chakra e alle abilità oculari vi sarebbe anche l’energia naturale acquisibile con la modalità eremitica e il chakra derivante dai cercoteri, creature generate da enormi quantità di chakra che possono essere imprigionate nei corpi dei ninja).

La problematica principale di Naruto, in tal senso, risulta proprio la loro gestione, la regolazione dei continui power-up (soprattutto verso il finale) e la creazione di effetti e proprietà uniche di alcuni poteri atti solo a far quadrare la trama. Quanto si può imparare è senza dubbio il porre dei limiti definiti al chakra e al suo utilizzo, o comunque un numero ridotto di unicità, per evitare che si vadano a creare troppi poteri discordanti e non aderenti al sistema magico pensato originariamente.

I poteri derivanti da un sistema magico devono, inoltre, cercare sempre di essere bilanciati, non soltanto rispetto agli altri poteri, ma anche a se stessi. Più è potente una magia, più questa dovrebbe essere controbilanciata da rischi/rarità/difetti. Questo permette di evitare la proliferazione di incantesimi eccessivamente forti e incoerenze all’interno dei sistemi magici.

2. L’Alchimia in Fullmetal Alchemist

Fullmetal Alchemist, scritto e disegnato da Hiromu Arakawa, è un vero e proprio capolavoro della narrativa fantastica orientale, una storia fantasy matura, profonda e splendidamente intrecciata basata, appunto, sull’alchimia, una delle forme di magia più antiche.

La mangaka rivisita i miti e leggende sull’alchimia, dando a questa magia, se così possiamo chiamarla, un taglio originale e fresco. Risulta interessante, fin dai primi capitoli, la componente scientifica dell’alchimia. Questa, infatti, è vista come una tecnica che permette, attraverso la comprensione della struttura della materia, di poterla scomporre e ricostruire a piacere.

Capiamo quindi, proprio per la validità scientifica del sistema magico, che questo è regolato da principi naturali saldi, riassunti nel Principio dello Scambio Equivalente.

L’alchimia

Attraverso l’alchimia è possibile manipolare e alterare la materia utilizzando l’energia naturale. L’atto è noto come trasmutazione. Questa avviene attraverso tre fasi:

  • Comprensione: è necessario conoscere la struttura della materia, le sue proprietà e la composizione atomica, oltre al flusso di energia potenziale e cinetica.
  • Decostruzione: si scompone la struttura in uno stato più facilmente malleabile.
  • Ricostruzione: si da nuova forma al materiale.

Per essere alchimisti serve quindi una conoscenza profonda della chimica e della teoria alchemica, oltre ad un talento naturale nell’utilizzo della magia.

Il principio dello scambio equivalente, molto simile alla legge di conservazione della massa, dice che: “Per ottenere o creare qualcosa, qualcosa di uguale valore deve essere perso o distrutto“.

La comprensione della trasmutazione non è però sufficiente per trasmutare qualcosa e utilizzare l’alchimia. Per poterlo fare è necessario un cerchio di trasmutazione, un condotto che permette di focalizzare il flusso di potere attingendo all’energia naturale all’interno del quale sono state disegnate rune alchemiche, le quali cambiano in base al cerchio.

L’unico modo per trasgredire alle regole dell’alchimia è possedere una pietra filosofale, la quale è realizzata a partire dalle anime degli uomini sacrificati.

1. Il NEN in Hunter X Hunter

Hunter X Hunter, manga di Togashi fermo da ormai più di tre anni, è considerato uno dei più fulgidi esempi di creazione e gestione del sistema magico in un manga. Questo tanto per la bellezza e originalità dello stesso quanto per la sua complessità e per l’insieme di regole definite e specifiche ne ne determinano il funzionamento.

Il manga si basa sul Nen, una tecnica che permette al suo utilizzatore di manipolare la propria energia vitale, chiamata aura.

Descrivere nel dettaglio come funziona, però, non è affatto semplice. Il nen, infatti, è il sistema magico in assoluto più complesso, non soltanto fra i manga ma in tutta la narrativa fantastica.

Come funziona il NEN

Si suddivide in quattro tipi:

  • Ten, ovvero la tecnica che permette di mantenere e gestire la fuoriuscite dell’aura dal proprio corpo.
  • Ren, tecnica che prevede l’applicazione del ten e permette di espandere la propria aura o concentrarla in una parte del corpo.
  • Zetsu,  ovvero la capacità di chiudere gli shouko (punti da cui fuoriesce il nen) per evitare di essere localizzati da chi è in grado di vedere l’aura.
  • Hatsu, ovvero l’applicazione delle tre abilità precedenti. Permette di creare e inventare tecniche personali.

L’Hatsu, che potremmo semplificare come il “carattere” del nen, come la sua natura, è a sua volta diviso in:

  • Potenziamento: l’utilizzatore può irrobustire il proprio corpo, sia per aumentare il potere di attacco che di difesa.
  • Emissione: l’utilizzatore è in grado di controllare la propria aura e separarla dal proprio corpo, ad esempio lanciando sfere di nen (palle magiche).
  • Trasformazione: l’utilizzatore può cambiare le proprietà del proprio nen, ad esempio trasformandosi in elettricità. 
  • Materializzazione: l’utilizzatore è in grado di creare oggetti fisici di nen.
  • Manipolazione: l’utilizzatore può controllare altre persone o oggetti fisici inanimati.
  • Specializzazione: l’utilizzatore acquisisce un potere unico estremamente forte, come la possibilità di usare tutti gli altri cinque tipi di nen o di poter rubare il nen avversario.

Il mondo di Hunter x Hunter però è molto più complesso di così.

Esistono infatti altre tecniche nen avanzate che prevedono le tecniche di quelle viste sopra. Il Gyo, ad esempio, che permette all’utilizzatore di concentrare l’aura in una parte del corpo,  oppure lo Sho, che permette di estendere l’aura ad un oggetto, che diventa quasi un’estensione del proprio corpo, o ancora l’En, che permette di espandere la propria aura in modo tale da percepire ogni cosa avvenga nel raggio dell’aura.

Il punto di forza del Nen

A rendere il Nen un sistema di magia eccellente sono le limitazioni stringenti che vincolano l’utilizzo dei poteri. Diversamente dagli altri manga/anime, dove i personaggi acquisiscono poteri straordinari per semplici ragioni di trama, in HxH l’aumento di potere, o l’utilizzo di magie OP (over power, eccessivamente forti) è estremamente ristrettivo. Si può aumentare in modo improvviso il proprio potere ma solo invecchiando 60 volte più velocemente (come accade a Gon) e avvicinando il corpo alla morte, oppure si può usare un’abilità specifica solo dopo averla spiegata nel dettaglio all’avversario, oppure si può avere una limitazione sul numero di volte che si può utilizzare. Più è forte una “magia”, più è vincolante e restrittivo l’accordo che ti permette di averne accesso.

Più un potere è forte, più il suo utilizzatore deve creare una condizione negativa che ne equilibri la natura. Il potere di Kurapika, ad esempio, risulta praticamente imbattibile, ma se lo utilizzasse contro persone diverse dal Ragno (gli assassini del suo clan) morirebbe lui stesso.

Il Nen è il sistema più credibile, quello che si avvicina maggiormente alla natura umana e alle sue caratteristiche. Nonostante la creatività enorme di cui sono dotati gli utilizzatori di Nen, i quali possono dare qualsiasi forma immaginata al proprio hatsu, essi sono anche limitati dalle proprie caratteristiche genetiche. La natura di ogni persona gli permette di sviluppare un proprio sistema magico personale che meglio si adatti a lui e che ne valorizzi i propri punti di forza. Questo, però, non limita la libertà illimitata degli utilizzatori del nen.

 

Questi, per noi, sono fra i più belli e, soprattutto, fra i meglio realizzati. Ce ne sarebbero, però, tantissimi altri, come quello della saga di Fate o di JoJo. Il tuo sistema magico preferito qual è? E perché lo ritieni il migliore?

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Alvise Canal
Alvise Canal
Alvise nasce come instancabile sognatore e scrittore notturno. Dopo una proficua carriera nel web marketing, avvia la casa editrice Lumien, all'interno della quale lavora come editore.

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