Descrizione
Il faro di Cliffmouth è crollato e nella bocca della rupe ha trascinato con sé i segreti della notte della tempesta. Le luci verdi del pentagramma infernale che fluttuava nel cielo si sono affievolite, ma non sono ancora scomparse.
Nelle terre remote di Vespria, il villaggio è sospeso nel mistero: nuovi dubbi, sparizioni e morti lo infestano, e corrompono i cittadini. Alla Bruma Smeralda, la novizia Cordelia, sempre più diffidente nei confronti di Dama Hazebelle, si lascia trascinare nei tranelli dei luciferi e delle streghe, pur di smascherare l’intrigo di malefici e mostruosità in cui affoga l’intera Cliffmouth. Cosa nascondono queste terre maledette? Quali fantasmi, creature o inganni si celano nelle viscere della rupe?
In un coro di voci che indaga sul terribile mistero, la gara di coraggio, intuito e presagi si intreccia a un passato ancora più oscuro.
Quale luce, adesso che tutto è buio, rischiarerà le notti di Cliffmouth?
Ritorna la saga dark fantasy che ha fatto innamorare oltre mille lettori
La penna stregata e poetica di Mattia Manfredonia ci accompagna di nuovo nella brumosa Cliffmouth, dove i misteri attendono di essere svelati. Cordelia, la Dama del Cordoglio, è disposta a tutto pur di far luce sugli eventi che stanno stravolgendo la rupe di Vespria, ma le insidie che dovrà affrontare saranno sempre più grandi. Ne L’ombra del patrono verranno raccolti tutti gli indizi mancanti, ma non è certo che la verità riesca ad essere rivelata prima che l’Inferno stesso si sovrapponga a Cliffmouth. L’indagine riprende fra misteri, favole, streghe e mannari.
Cosa sta accadendo davvero a Cliffmouth?
“Rabbrividì, chiedendosi in quali loschi affari Hazebelle fosse immischiata.
In fondo, non faceva molta differenza. Era sola, non le restava che accettarlo. Si affacciò alla finestra. La brezza soffiava via le ultime chiazze di notte dai tetti di Cliffmouth.
Ognuno, là fuori, le nascondeva qualcosa. Non tutti la stessa. Una rete di inutili segretucci in cui si annidava, come l’immagine di uno stereogramma, una verità più grande e pericolosa. Un telaio in cui un’ombra informe stava meticolosamente tagliando i nodi compromessi.”
Giacomo Giorgio –
Il primo Cliffmouth era bello, ma qui siamo su tutto un altro livello.
La voce dell’autore forse è addirittura più forte e sembra di percepire l’atmosfera che avvolge Cliffmouth sulla propria pelle.
L’indagine si risolve in modo geniale ed è davvero divertente ed emozionante seguirla, anche se quello che succede è piuttosto pesante e sfocia spesso nell’horror.
Finale, comunque, da dieci e lode!
Enzo De Simone –
Ci speravo e sono stato accontentato: il secondo volume è anche più bello del primo. Pur essendo parte di un’unica storia, questa seconda porzione è quella in cui i nodi vengono al pettine e i semi germogliano, quindi sì, me la sono goduta tantissimo.
Si parla tanto di “voce autoriale”: cos’ è? Esiste davvero? Dopo aver letto Cliffmouth, direi proprio che della voce autoriale di Mattia Manfredonia questa dilogia ne è pregna.
Non mi va neanche di entrare nei tecnicismi, ragionare sulla focalizzazione, sulla struttura e cose del genere. Questo libro si fa leggere centellinandolo pagina per pagina ed è un’esperienza di lettura epifanica.
I miei più vivi complimenti all’autore e la mia stima imperitura a Lumien. Ho letto finora sei dei loro attuali otto titoli e li ho trovati tutti qualitativamente eccellenti.