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Protocollo Uchronia

di Nikolas Dau Bennasib
(13 recensioni dei clienti)

4,99 14,99 

Un racconto avanguardistico sulle possibilità della nostra mente. Una riflessione profonda su cosa vuole dire possedere un’anima.

 

L’autore, finalista al Premio Urania, dissemina la sua storia distopica con riflessioni transumaniste e filosofiche in grado di mettere in dubbio i lettori. Protocollo Uchronia è un’esperienza di lettura ricca di tensione, in cui le tre linee temporali si intrecciano in modo astuto, evidenziando le diversità e somiglianze fra i vari protagonisti della storia. Nikolas racconta la fantascienza in modo nuovo e stimolante, gestendo la realtà virtuale e l’input videoludico in modo affascinante.

 

ISBN: 9791281256040
Genere: Fantascienza, ucronia, distopia, realtà virtuale
Formato: Brossura con alette, illustrazioni interne
Pagine: 264

Protocollo Uchronia

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(13 recensioni dei clienti)

Un racconto avanguardistico sulle possibilità della nostra mente. Una riflessione profonda su cosa vuole dire possedere un’anima.

 

L’autore, finalista al Premio Urania, dissemina la sua storia distopica con riflessioni transumaniste e filosofiche in grado di mettere in dubbio i lettori. Protocollo Uchronia è un’esperienza di lettura ricca di tensione, in cui le tre linee temporali si intrecciano in modo astuto, evidenziando le diversità e somiglianze fra i vari protagonisti della storia. Nikolas racconta la fantascienza in modo nuovo e stimolante, gestendo la realtà virtuale e l’input videoludico in modo affascinante.

 

ISBN: 9791281256040
Ebook: Disponibile su Amazon, Kobo e in tutti gli store online
Genere: Fantascienza, ucronia, distopia, realtà virtuale
Formato: Brossura con alette, illustrazioni interne
Pagine: 264

Descrizione

Protocollo Uchronia fantascienza italiana Che cos’è l’anima? Si può replicare una vita attraverso l’uso della tecnologia e mettere un freno alla morte? E quanto del nostro mondo si potrebbe migliorare se solo fossimo in grado di cambiare la storia?

Nella Parigi contemporanea, un’invenzione sbalorditiva ha reso possibile l’utilizzo del connettoma, la mappa delle connessioni neurali del cervello umano, rendendo possibile la replicazione della coscienza. Nella Roma del 2099, a seguito di un blackout delle reti mondiali, vecchi scandali portano a galla i segreti nascosti nelle catacombe del Vaticano: avanguardie dal sapore post-umano rivelano l’esistenza di un piano che potrebbe cambiare le sorti del mondo.

A cavallo di tre linee temporali, il racconto avanza svelando quanto siamo disposti a fare pur di rimanere attaccati alla vita. La domanda è una sola: è davvero possibile creare un mondo ideale per tutti?

 

Grazie a Rebecca, l’umanità sarà in grado di superare il limite estremo dell’uomo.
Ma a che prezzo?

 

Un libro di fantascienza che esplora la virtualizzazione dell’anima e le correnti transumaniste

«Il termine indica tante cose, a seconda del campo di studi, ma noi chiamiamo Singolarità il punto in cui tutte le potenzialità si fondono e avviene il salto evolutivo. L’insieme delle potenzialità della materia molecolare e dell’energia unite in una Singolarità hanno prodotto la vita. La vita ha poi prodotto l’anima. Con i suoi studi, comprendendo il funzionamento biochimico dell’anima, passeremo allo step successivo.»
«La digitalizzazione dell’anima?» Rebecca mantenne un’aria scettica.
«Sì, dottoressa.»

Nikolas Dau Bennasib, con una voce unica e matura, pone il lettore davanti a dogmi e tematiche attuali attraverso un romanzo di fantascienza che colpisce forte, che fa riflettere e che va oltre il genere di appartenenza. Argomenti profondi e interessanti vengono trattati nelle pagine del libro. Fin dove è lecito spingersi con la scienza e la tecnologia? Cos’è l’anima? Qual è il migliore dei mondi possibile? Cosa accadrebbe se si potesse cambiare il passato?

Le risposte a queste domande cambiano a seconda dei punti di vista dei personaggi, ognuno forgiato dalle proprie esperienze. I personaggi che incontrerai nel corso del romanzo sono forti e ben caratterizzati. Ognuno incarna ideali diversi e si muove a seconda di essi. Nikolas dipinge delle personalità chiaro-scure, ciascuna con le proprie valide ragioni e la propria morale. I concetti di bene e male non esistono e la realtà cambia in base al punto di vista da cui osserviamo gli eventi.

In Protocollo Uchronia, thriller, ucronia, distopia e storia si mescolano alla perfezione, creando un canovaccio scorrevole e solido, ricco di azione, colpi di scena e suspense. Se cerchi un libro che ti emozioni e abbia qualcosa di vero da raccontarti, questo incredibile scifi è la lettura che stavi cercando.

 

Protocollo Uchronia libro di fantascienza ucronico distopico

Informazioni aggiuntive

Peso 0,45 kg
Dimensioni 21 × 14,8 × 1,9 cm
Tipologia

Copertina flessibile, Copertina flessibile + eBook, eBook

13 recensioni per Protocollo Uchronia

  1. Gianluca

    Protocollo Uchronia è uno di quei libri che anche se sei stanco e hai gli occhi che si chiudono devi per forza continuare a leggere. L’autore a disseminato il manoscritto con tanti colpi di scena e l’intreccio delle tre linee temporali è davvero intrigante e ben dosato. Fa parte di quella fantascienza bella e intelligente destinata a rimanere, un libro che difficilmente può essere inscritto in un solo genere. È una lettura per tutti! La storia è davvero affascinante e da appassionato di videogiochi e realtà virtuale è stato bellissimo leggere come l’autore abbia rivisto questi elementi, usandoli come input per raccontare qualcosa di molto più profondo, come la virtualizzazione dell’anima. Sembra una puntata di Black Mirror! Mi è piaciuto davvero moltissimo e lo consiglio un po’ a tutti, non soltanto agli appassionati di fantascienza.

  2. Andrea Vanacore

    Opera interessante e molto ben scritta, a cui ho avuto il privilegio di fare da beta reader, che catapulta il lettore avanti e indietro nel tempo, dall’antica Roma al presente/prossimo futuro, fino ad arrivare a un futuro remoto di post-umanità.
    Un romanzo in cui la storia viene riscritta e messa in discussione, perennemente sospeso tra realtà e simulazione, che di certo apprezzeranno gli amanti di opere come “Matrix” e “Cloud Atlas” (quest’ultimo tratto dall’omonimo romanzo di David Mitchell) delle sorelle Wachowski, ma anche “Brazil” di Terry Gilliam o “eXistenZ” di Cronenberg.
    Consigliato a tutti gli amanti della fantascienza con atmosfere cyberpunk.

  3. Giulia I. (proprietario verificato)

    Non sono una grande lettrice di fantascienza, né una videogiocatrice, ma l’ucronia mi ha sempre affascinata. Ho quindi dato una possibilità al libro fidandomi del titolo (e della copertina!). Devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa.
    Lo stile è scorrevole e la storia, che si dipana su 3 linee narrative destinate ad intrecciarsi, mi ha saputo catturare, come in un thriller. Anche i temi affrontati, che variano tra il fantascientifico, il filosofico, l’antropologico e il religioso, sono presentati senza troppe pretese né complessità eccessive, anzi, ne ho apprezzata l’accessibilità, senza che risultassero (almeno a mio avviso) superficiali.
    Sicuramente chi è avvezzo al mondo dei videogiochi, vi troverà riferimenti che io non ho colto, o avrà un’esperienza di lettura appagante in modo diverso. Tuttavia, anche io, che di quel mondo ne conosco poco, ho saputo apprezzare la storia, anche perché l’elemento narrativo videoludico non è comunque così preponderante.
    Quindi, decisamente lo consiglio agli amanti dei videogiochi, della fantascienza (soprattutto se tocca il concetto di realtà virtuale), delle commistioni di genere e delle storie costruite su più linee temporali.
    Ovviamente, anche agli amanti dell’ucronia 😉

  4. Simone

    Libro bellissimo, davvero consigliato anche ai non esperti di fantascienza!

    Libro davvero entusiasmante, la storia è originale e ben scritta. La trama è un mix tra storia e fantascienza, rendendosi adatto anche a chi non è familiare con questo genere letterario. Mi è piaciuta molto anche la suddivisione del libro, capitoli brevi lo rendono comodo a chi ha poco tempo e voglia di staccare per qualche minuto, e l alternanza di tre linee temporali fa sì che il lettore sia sempre al centro Dell azione, sempre col il fiato sospeso nella curiosità di sapere cosa succederà ai personaggi di quella determinata linea. Davvero una lettura consigliata, un autore e una casa editrice in ascesa.

  5. Lo Scrittore Ombra – Simone

    La fantascienza che fa riflettere.
    Nikolas, l’autore, crea tre linee temporali che si intrecciano brillantemente. Epoca romana, contemporaneità e prossimo futuro post internettiano.

    Il ritmo della narrazione vi farà attraversare le vicende narrate con attenzione e suspense.
    Devo ammettere che ho una fascinazione verso lo stile di Buticchi ne “Le Pietre della Luna” e il magistrale Asimov. Del primo rivedo in Nikolas la sapiente gestione delle linee temporali, della causalità delle azioni e dei loro riscontri in vicende successive. Del secondo riscopro nell’autore di Protocollo Uchronia le doti della gestione del tempo stesso e dell’analisi dell’impatto della tecnologia e delle scelte dei personaggi sull’evoluzione della società.

    Protocollo Uchronia ci fa ragionare su temi etici scottanti facendoci divertire e appassionare. La narrazione scorrevole pur nella difficoltà tecnica di produrre un romanzo di questo tipo sottolinea le capacità fuori dall’ordinario dell’autore.

    Devo dire che il primo capitolo mi ha tramortito. L’effetto straniante mi ha indotto a chiedermi se non fossi entrato in un mondo troppo distante dalla mia sensibilità. Ma mi sono ricreduto capitolo dopo capitolo fino ad empatizzare con gli avatar digitali, ma scoprirete solo alla fine il perché di questo richiamo emotivo.

    Da accademico non potevo non rivedermi nei drammi che si mescolano alle gioie e alle delusioni di Rebecca. Allo stesso tempo l’arco di trasformazione di Klaus ha modificato la mia concezione dell’eroe classico. Anche il papa umanizzato da ira e compostezza altalenanti fa riflettere. Quasi stessimo leggendo al contempo di un Dio crudele dell’Antico Testamento e di uno magnanimo del Nuovo.

    La riflessione sui limiti della moralità legati all’anima, sull’ineluttabilità della storia, sui confini da autoimporsi in quanto scienziati o rivestendo ruoli centrali nel potere mondiale fanno di quest’opera non solo intrattenimento, che pur si può gustare senza sforzo, ma lascia spazio a interrogativi profondi per chi se li vuole porre.

    Buona lettura!

  6. Gabriele Trovato

    ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER
    Temo di dover andare un po’ controcorrente, viste le recensioni che ho letto, ma è con dispiacere che devo ammettere di non aver apprezzato tantissimo questo libro (uno dei due che ho preso con il kit dell’avventuriero). Ma procediamo con ordine.
    Cosa mi è piaciuto:
    1) Sicuramente l’idea di base e anche la gestione dei colpi di scena e dei nessi di causa-effetto. Per esempio, la scoperta della reale identità della “anomalia” nel programma Zoe è stata tanto sbalorditiva quanto ben strutturata e assolutamente naturale visto l’evolversi degli eventi.
    2) Gli interrogativi suscitati dalla lettura: più volte mi sono ritrovato a chiedermi se quegli algoritmi si potessero definire “persone reali” e dunque cosa rende ognuno di noi una persona reale
    Cosa non mi è piaciuto:
    1) Da grande appassionato del genere fantascientifico, ho letto moltissimi capolavori dei più grandi autori (dai classici intramontabili a quelli contemporanei). Dunque, credo ormai di aver sviluppato una certa sensibilità quasi istintiva (premetto, quindi, che, lungi da me spacciarmi per critico letterario, tutto ciò che seguirà sarà solo una mia personalissima opinione da appassionato e lettore accanito di romanzi sci-fi).
    La fantascienza è forse uno dei generi più complessi, in quanto di per sé, è solo un piccolo ingrediente da aggiungere a qualsiasi altro genere (ci può essere un horror fantascientifico, o un poliziesco, o un thriller, o un’avventura epica, o la classica space opera, oppure si può giocare con cervellotiche e incomprensibili trame basate su paradossi, universi paralleli o viaggi temporali), e la complessità richiede tempo per essere analizzata. Le tre linee narrative in un libro di 258 pagine sembrano più che altro 3 racconti di meno di 90 pagine ciascuno in media. Ognuna di esse ha un potenziale estremo, ma non viene sfruttato a dovere. Sembra quasi che, ad un certo punto, le vicende in ogni linea narrativa vengano compresse e accelerate per rientrare nelle poche pagine ad esse dedicate.
    2) In ogni libro di fantascienza che abbia mai letto, si dedica molto tempo a costruire il mondo tecnologico in cui si svolgerà la vicenda, per capire ciò di cui disporranno i protagonisti e i pericoli che affronteranno. Questo richiede, da parte dell’autore, una grande e profonda conoscenza (anche grazie ad eventuali consiglieri esterni esperti nel settore). Non stupisce che Asimov fosse un professore di biochimica nonché prolifico divulgatore scientifico. In questo romanzo, ho avuto l’impressione che mancasse l’attenzione ai dettagli tecnologici, quasi come se l’ingrediente “fantascienza” fosse relegato sullo sfondo ed una scusa per rendere palusibile una discussione filosofica sul transumanesimo.
    3) Una frase del libro mi ha colpito molto. La cito testualmente: “Avete lasciato morire miliardi di innocenti per il capriccio di una donna distrutta da un lutto”. Questa frase introduce il terzo ed ultimo punto della mia lista: la motivazione. Non è credibile (secondo la mia modestissima opinione, come ho specificato precedentemente) che una radiazione che dovrebbe solo inattivare la rete internet, le telecomunicazioni e l’energia elettrica possa essere la causa della fine della civiltà tale da poter permettere, 150 anni dopo, la rinascita della stessa a partire da scienziati risorti e pochi sopravvissuti ormai ridotti a selvaggi. Magari potrebbe esserlo se tali radiazioni investissero la terra all’improvviso, ma non sapendolo con 50 anni di anticipo. Non è credibile che 318 nazioni (informate sui fatti) non facciano qualcosa per prepararsi attuando strategie più semplici rispetto ad un reset dell’umanità grazie a dei robot comandati da tecnici digitalizzati e scienziati risorti. Banalmente, come cerca di fare Al Khadim, basta riconnettere il mondo. I laboratori hanno il segnale, dunque un modo per continuare ad averlo per tutto il mondo ci sarebbe potuto essere se si fosse lavorato a questo nei successivi 50 anni dalla scoperta del pericolo. Al di là dei pericoli che le persone stesse, uscite di senno per l’assenza delle reti di comunicazione, hanno creato, non viene fatto cenno a pericoli mortali e disastri climatici affrontati dai personaggi: il Papa, Klaus, la suora, la dottoressa Sharma in Pakistan sono assolutamente sani e salvi senza affrontare chissà che apocalisse.
    È quasi come se la dottoressa du Puit avesse convinto 318 nazioni ad assecondare la sua idea.
    Detto ciò, ritengo questo libro un ottimo punto di partenza per la collana Zenit e una perfetta lettura per chi si avvicina al genere fantascientifico, ma forse non per chi ne è già un veterano.

  7. Arianna Onofri

    Protocollo Uchronia mi ha conquistata dalla prima all’ultima pagina!
    *CONTIENE SPOILER*
    Una lettura davvero scorrevole, che intreccia tre archi narrativi in linee temporali diverse destinate a incrociarsi. La penna dell’autore scivola nei panni di Rebecca Du Puit, una brillante scienziata che lavora alla Zoe, casa produttrice di VR e videogiochi evoluti. Il suo lavoro è mosso da un sogno: migliorare la vita di Jacob, il figlio paralitico, che all’interno della realtà virtuale può muoversi, correre ed esplorare ovunque come un bambino qualsiasi. Nella linea temporale del 2099 il punto di vista è quello di Klaus, comandante incaricato di scortare il Papa e la fedele suora Maria Victoria in un mondo in cui Internet è collassato e gli anarchici hanno fatto precipitare la situazione nel completo caos. L’ultima linea temporale racchiude le vicende di due scienziati, soprannominati Adam ed Eve, alle prese con la creazione del Migliore dei Mondi. I due tornano indietro nell’antica Roma come avatar grazie al programma Protocollo Uchronia e tentano di modificare la storia alla base della nascita del cristianesimo. In quest’ultimo racconto mi ha stupito il livello di conoscenza dell’argomento da parte dell’autore. L’intreccio prosegue con un climax nel quale il lettore realizza come siano state ben collegate le storie, con alcuni indizi sparsi qui e là fin dall’inizio. Ho letteralmente divorato le pagine, grazie anche alla lunghezza molto fruibile dei capitoli. L’autore ha anche il pregio di adottare uno stile fresco, che trae dallo studio della narrativa immersiva di preparatissimi formatori quali Livio Gambarini. Uno stile che entra nel cuore del lettore, perché scava in fondo alla mente dei personaggi. Questi sono credibili e, come i veri esseri umani, subiscono anche cambiamenti radicali, come accade a Rebecca, mossa da un ideale che diventa talmente ossessivo che la porta ad atti e atteggiamenti egoistici e persino disumani. Il personaggio che più mi è entrato nel cuore è Klaus, nel suo rapporto con il Papa, con le interessanti discussioni che legano religione e filosofia, e nel suo senso di protezione verso Maria Victoria. Ho apprezzato davvero molto i ragionamenti sulla possibile “vita digitale” e “digitalizzazione dell’anima”: mi ha colpito il cambio di punto di vista di Rebecca, che inizialmente è ferma nell’idea che i ricordi digitalizzati di suo figlio Jacob NON possano in alcun modo avvicinarsi al vero Jacob, mentre alla fine la vediamo in questo giardino digitale dove, a detta sua, recupera il tempo perso in vita con suo figlio.
    Insomma, i temi non sono certo trattati con leggerezza e, nonostante la loro profondità, non sono mai risultati artefatti o pesanti.
    Lumien ha certo saputo bene investire sulla sua prima uscita. Leggete Protocollo Uchronia anche se non siete amanti della fantascienza, perché è un libro veramente per tutti.
    Un piccolo consiglio che darei alla casa editrice è di considerare di rivedere l’impaginazione. Inoltre, il libro ha sofferto di una decina di pagine praticamente scolorate, con l’inchiostro sbiadito. Comunque, tutto il resto ok, e copertina splendida!

  8. Daniele

    Protocollo Uchronia è in grado di affrontare temi importanti, seri e profondi senza perdersi in pesantezza, astrusità o complessi ragionamenti filosofici/religiosi. Nulla è banale né lasciato al caso nell’articolata costruzione della storia. Tre linee temporali all’apparenza distinte che alla fine si intrecciano e chiudono in un unico filone sapientemente intessuto.
    La fantascienza distopica che viene affrontata di Protocollo Uchronia è una fantascienza intimistica, orientata a riflettere sull’animo umano, la singolarità digitale, il ruolo della religione nella storia umana, il peso delle grandi domande: che cosa ci rende davvero esseri umani? Domande che acquisiscono sempre più importanza con l’avanzare della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e l’aprirsi delle soglie del transumanesimo.
    Un romanzo intenso, capace di porsi domande giuste e di affrontarle con grande cultura, senza mai essere né banale ne pomposo. Un equilibrio perfetto, tra storia, tecnologia e fede, che si sposa ottimamente con i giorni nostri.

  9. Davide S. Cataldo

    Comincio col dire che questo è il primo libro Lumien letto, colpito dall’incipit disponibile sul sito, affascinato dalla storia nel passato. In quanto primo libro della casa editrice voglio sottolineare la pregevole fattura del prodotto: davvero di ottima qualità, molto piacevole tra le mani. Ma andiamo alla storia.
    Protocollo Uchronia è un romanzo che rivela un universo meraviglioso, esamina le diverse possibilità della storia e della realtà, in una varietà di dimensioni parallele che si attraggono e si respingono. L’autore ci accompagna in un’avventura incredibile, che narra la storia di Adam ed Eve, due esseri umani che scoprono di essere coinvolti in un progetto segreto, trasportati in un paradosso temporale, dove passato, presente e futuro si mescolano e si rinnovano. Lo stile, elegante e originale, combina elementi di fantascienza, thriller, avventura e filosofia: l’autore ci affascina e stupisce, creando una trama intricata e coinvolgente. Il romanzo stimola riflessioni su temi come la digitalizzazione dell’anima, la realtà virtuale, il libero arbitrio e la religione, la morale e la politica. Protocollo Uchronia di Nikolas D. Bennasib è un romanzo che diverte, appassiona e provoca, lo consiglio a chi ama la fantascienza fresca e sincera. Forse troppo breve per il genere e le potenzialità della storia ma, questo potrebbe esser visto come una lettura più fluida e perché no, magari a uno spin-off.

  10. Ilaria Mende (proprietario verificato)

    Un romanzo di fantascienza geniale che fa riflettere sul concetto di etica e sui suoi paradossi. Una di quelle storie in cui, alla fine, ti senti spiazzato perché tutti i pezzi che sembrano non avere a che fare l’uno con l’altro si compongono in un puzzle perfetto. Leggendo le ultime pagine si ha la tentazione di ricominciare a leggere tutto dall’inizio, con una nuova consapevolezza.
    Non vedo l’ora di leggere il sequel.

  11. Enzo De Simone

    Ottimo romanzo sci-fi. Tre linee temporali. Vibes da romanzo storico ben documentato, indagine e introspezione. Non ci sono astronavi o raggi laser, ma è science fiction ad altissimo livello, soprattutto perché pone interrogativi che impongono nel lettore una riflessione introspettiva. È questo ciò che un grande romanzo dovrebbe fare. È questo ciò che fa Protocollo Uchronia.

  12. Francesca Quadrini

    Vi porto finalmente su questi schermi la mia opinione a proposito di Protocollo Uchronia, un fantascientifico con note distopiche originale nel suo genere e degno della vostra attenzione.

    Il libro è diviso tra 3 linee temporali;

    Passato
    Presente
    Futuro
    Ogni linea temporale ha i suoi personaggi, buoni o cattivi che siano. L’unico grande punto interrogativo che noi lettori ci terremmo fino all’ultimo è se effettivamente questa digitalizzazione dell’anima possa essere veramente fattibile ma sopratutto a quale costo.

    Mi credete se vi dico che questo libro è stato scritto in soli 3 mesi? Così ben strutturato e pensato che risulta quasi impossibile. Ho trovato un’enorme capacita dell’autore nel costruire storie così complesse ma sopratutto ricche di dettagli. Sicuramente un grande lavoro che si vede durante e dopo la lettura.

    Vi ho menzionato prima i personaggi, punto focale all’interno del libro. Difficilmente empatizzo con i personaggi problematici, ma qui ne abbiamo molti e per certi versi ti trovi a capire le loro scelte. Pur avendo dei personaggi fuori di testa, il fine delle loro scelte è buono, ma tremendamente egoistico. Non tutti sono diversi come si pensa ma ognuno agirà per il proprio bene, portando così ad una risoluzione del problema che non vi aspettereste mai.

    Trovandoci su tre linee temporali diverse il lettore deve mantenere una concentrazione tale da poter collegare tutti i punti man mano che la storia prende piede. Fatico molto in questi casi ma fortunatamente non ho fatto difficoltà con questa lettura, passate le prime 50 pagine non vedevo l’ora di andare avanti nella storia e scoprire ogni piccolo dettaglio nella linea temporale successiva. Questo per me è stato molto importante per la valutazione del libro.

    La scrittura del nostro autore è super scorrevole, senza troppi fronzoli o parti inutili che rendono la storia prolissa e pesante. Si va subito al dunque senza perdere molto tempo, infatti il libro è molto breve, ma ricco di trama e dettagli studiati molto bene. La sua scrittura mi ha conquistata.

    Troviamo anche molti aspetti storici legati alla religione Cristiana e di come alcuni personaggi vogliano cambiare degli avvenimenti importanti di questa. Tutto ciò non rallenta la storia ma anzi, aggiunge quel particolare interessante. Questo testo è incentrato sul come nel futuro, la tecnologia possa prendere il sopravvento se usata nella maniera sbagliata.

    Non mi sarei mai aspettata un finale aperto, ma ammetto che per la prima volta non sono rimasta infastidita. Sapere che ci sarà un probabile secondo volume mi fa ben sperare, il cerchio si chiude e alcuni personaggi sono pronti ad aprirne un altro, e noi lettori insieme a loro.

    Tirando le conclusioni, non posso che non consigliarvi questo magnifico libro. Scritto e pensato nel migliore dei modi per catturare tutti i lettori amanti del genere. Spero con tutto il cuore che gli diate una possibilità perché se lo merita.

  13. Giuliana

    Ben scritto e con una tematica più che affascinante, Protocollo Uchronia è un romanzo di fantascienza strutturato su tre piani temporali intrecciati. Mi sono divertita a cercare di capire esattamente in che punto si fosse ingarbugliata la matassa, e perché.
    Ho apprezzato i riferimenti storici, le diverse riflessioni su cui i lettori si trovano a inciampare, la padronanza del linguaggio, la scorrevolezza e la buona scrittura.
    L’ho letto in un periodo della mia vita davvero caotico, altrimenti credo che lo avrei finito in un paio di giorni.
    La realtà alternativa immaginata da Nikolas, complessa e sfaccettata, ha secondo me ancora tanto potenziale, e ci sono inoltre varie questioni su cui avrei gradito sapere di più (seppur tutto funzioni anche così), perciò spero che un giorno l’autore vorrà tornare a raccontarci questa storia.

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